COME FACCIO UNA FOTOGRAFIA ASTRONOMICA


Premessa: questo non è un tutorial ma solo una spiegazione non approfondita per gli utenti interessati o semplicemente curiosi sulla procedura ed attrezzatura che generalmente utilizzo per fare fotografie astronomiche.

L’astrofotografia del profondo cielo detto comunemente “fotografia deep sky” necessita di attrezzatura specifica. Esistono diversi set-up con strumentazioni diverse ma in sostanza la tecnica fotografica di base non cambia.

Utilizzo un telescopio molto luminoso con un diametro di 150 mm ed una focale di 600 mm per fotografare gli oggetti che richiedono un campo largo di ripresa come per esempio molte nebulose; con l’aggiunta di un correttore di coma, per correggere le aberrazioni dell’immagine, si ottiene un campo di ripresa ancora più ampio.

Un’altro tubo ottico che utilizzo ha un diametro di 127 mm ed una focale di 1500 mm, meno luminoso ma più potente come ingrandimento, che con l’aggiunta di un moltiplicatore di focale, può diventare un 3000 mm da utilizzare per la ripresa di oggetti più piccoli e lontani o per le riprese video di pianeti dalle quali per mezzo di un’applicazione specifica si estrapola un’immagine planetaria.

Sul telescopio sono montate due camere astronomiche a colori: quella che fa il lavoro fotografico è collegata al telescopio ed ha come caratteristica principale di raggiungere temperature molto basse per attenuare il “rumore” fotografico, ossia un disturbo che si crea quando si fotografa con poca o assenza di luce; l’altra camera invece è montata su un piccolo telescopio rifrattore, che puntando sempre una stella in prossimità dell’oggetto da riprendere, fa da autoguida andando sopperire gli errori di inseguimento che potrebbe avere il motore della montatura, evitando così immagini “mosse” da scartare.

La montatura equatoriale è fondamentalmente un cavalletto motorizzato che una volta allineato a nord sulla stella Polare segue, con moto opposto a quello terrestre, il soggetto/oggetto mantenendolo sempre nell’inquadratura. Un sistema di contrappeso va a bilanciare tutto ciò che è assemblato sulla montatura, ossia il telescopio, le camere ed altri componenti.

La ricerca nello spazio degli oggetti da riprendere (pianeti, stelle, nebulose e galassie), lo “scatto fotografico”, il salvataggio dei dati acquisiti e la distribuzione dell’alimentazione ai vari componenti (montatura e camere) sono gestiti da un mini computer dedicato; tutto il sistema è alimentato da una capiente batteria ricaricabile.

Per quanto concerne l’immagine fotografica utilizzo lunghi tempi di posa, mediamente dai 3 ai 5 minuti, in un lasso di tempo di esposizione totale che va dalle 2 alle 5 ore.

Con questo sistema di ripresa si riesce a captare i più lievi segnali luminosi che provengono dagli oggetti del profondo cielo, lontani migliaia e talvolta milioni di anni luce: ci vorranno da un minimo di 50 pose fino a svariate centinaia per ottenere un’immagine soddisfacente.

L’utilizzo di alcuni filtri posti sulla fotocamera permettono di neutralizzare l’inquinamento luminoso e luci parassite che comprometterebbero l’immagine finale, ma anche ad enfatizzare e migliorare i colori del soggetto del profondo cielo che sono caratterizzati da ammassi stellari o elementi gassosi.

Tutto il lavoro fotografico sarà scaricato sul computer e così che da sotto il cielo stellato ci spostiamo in studio.

Le immagini astronomiche, tramite un’applicazione specifica, saranno impilate ad altre di calibrazione, le quali servono a togliere le imperfezioni dovute al sensore della camera e dalla polvere depositata all’interno del telescopio: finita l’elaborazione si ottiene un’unica immagine.

Ancora un’aggiustamento di alcuni parametri come luminosità, contrasto e saturazione e l’immagine astronomica è conclusa.

Rimane da dire che la gran parte del lavoro lo fa un ottimo “seeing” ossia la visibilità nel cielo stellato senza turbolenze e nubi.


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